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Sangue, nuova tecnica elimina differenze tra gruppi sanguigni

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Sangue, nuova tecnica elimina differenze tra gruppi sanguigni

La scoperta potrebbe consentire la realizzazione di un sangue “universale”, compatibile per tutti gli individui

 Sangue

   Realizzata una tecnica in grado di eliminare le differenze presenti tra i diversi gruppi sanguigni e creare il sangue “universale”. A effettuare la scoperta sono stati i ricercatori della University of British Columbia di Vancouver (Canada) che, in uno studio pubblicato sulla rivista Journal of the American Chemical Society, hanno scoperto il modo di produrre un fluido ematico compatibile per tutti.

 

   La differenza tra i quattro gruppi sanguigni A, B, AB e 0 è dovuta alla presenza, nella superficie dei globuli rossi (le cellule del sangue che trasportano l’ossigeno) dei primi tre, di due residui di zucchero. Nel gruppo A è presente la N-acetilgalattosammina, nel gruppo B il galattosio, mentre nel gruppo AB un mix di entrambi. Durante una trasfusione, il sistema immunitario del ricevente riconosce il residuo appartenente a un altro gruppo sanguigno, scatenando una risposta di rigetto. Il gruppo zero, invece, non possiede questi residui è, pertanto, può essere trasfuso in tutte le persone. Per questo motivo viene definito “donatore universale”.

 

   Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno modificato un enzima presente nel batterio Streptococcus pneumoniae, rendendolo 170 volte più efficiente dell’originale. Hanno quindi utilizzato la molecola per “tagliare” la N-acetilgalattosammina nel gruppo A, riuscendo a trasformalo nel gruppo zero. Tuttavia, la conversione non ha interessato il 100% dei globuli rossi, per cui il sangue modificato non può ancora essere utilizzato nelle trasfusioni.

   Gli autori sono attualmente impegnati a perfezionare l’enzima e a lavorare affinché diventi capace di convertire nel donatore universale anche il gruppo B. "Prima che l’enzima possa essere utilizzato clinicamente, è necessario migliorarlo ulteriormente, affinché sia in grado di rimuovere tutti i residui – dichiara Stephen G. Withers, che ha guidato la ricerca -. Dati i successi fin qui ottenuti, siamo ottimisti sul fatto che ci riusciremo”.

 

di Nadia Comerci 
Pubblicato il 29/05/2018


Fonte: salute24.ilsole24ore.com
URL: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/17734