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Medicina di genere

Medicina di genere

  • "Bene medicina di genere, prossimo passo cure personalizzate"

    Uomini e donne sono diversi, anche per quanto riguarda la salute

    08 marzo 2021 | 17.51
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    Le donne soffrono di depressione da 2 a 3 volte più degli uomini, ma meno di malattie cardiovascolari (3,5% contro il 4,9%) che però rappresentano la loro prima causa di morte: 48% contro il 38% degli uomini. Se affetti da diabete, a parità di controllo glicemico, il rischio cardiovascolare nella donna è il 44% più alto che nell’uomo, mentre per quanto riguarda le malattie autoimmuni ed endocrine, nella donna sono dalle 2 alle 50 volte superiori rispetto agli uomini. Uomini e donne sono diversi, anche per quanto riguarda la salute, confermano i dati del Libro bianco "Dalla Medicina di genere alla Medicina di precisione", realizzato dalla Fondazione Onda. I numeri sono stati illustrati durante il secondo talk di 'Alleati per la Salute' (www.alleatiperlasalute.it) il nuovo portale dedicato all’informazione medico-scientifica realizzato da Novartis.


  • quotidianosanita.it

    Medicina di Genere. Iss: “Sotto stress le cellule degli uomini si suicidano mentre quelle delle donne resistono e sopravvivono”

    E’ quanto ha osservato un gruppo di ricercatori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS che, in uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Cell Death and Disease, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bologna e del CNR di Roma, è riuscito ad identificare alcuni componenti molecolari alla base della diversa risposta delle cellule maschili (XY) e femminili (XX) agli stress, capaci di attivare i processi di morte cellulare (apoptosi) o di indurre meccanismi protettivi (autofagia).

    16 OTT - Un’altra evidenza scientifica conferma che essere uomini o donne condiziona l’insorgenza e il decorso delle malattie, come pure la risposta alle cure. E’ quanto ha osservato un gruppo di ricercatori del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere dell’ISS che, in uno studio pubblicato sulla rivista internazionale Cell Death and Disease, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Bologna e del CNR di Roma, è riuscito ad identificare alcuni componenti molecolari alla base della diversa risposta delle cellule maschili (XY) e femminili (XX) agli stress, capaci di attivare i processi di morte cellulare (apoptosi) o di indurre meccanismi protettivi (autofagia).