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Un approccio multidisciplinare per l’immunologia

Un approccio multidisciplinare per l’immunologia

Adottando un approccio quantitativo allo studio del sistema immunitario, un gruppo di ricercatori finanziato dall’UE ha spianato la strada per una comprensione più profonda del comportamento delle cellule T.
Un approccio multidisciplinare per l’immunologia
Benché il nostro sistema immunitario sia fondamentalmente responsabile di combattere le malattie e regolare la nostra salute in generale, a volte può avere bisogno di qualche aiuto. Il progetto QUANTI (Quantitative T cell Immunology), finanziato dall’UE, intende fornire tale aiuto spostando il panorama della ricerca immunologica da un approccio qualitativo a uno quantitativo.

Il problema con gli attuali modelli di sinterizzazione e dati immunologici è che non possono essere gestiti da immunologi, matematici, esperti di informatica o fisici da soli. Il progetto QUANTI invece mette insieme tutte queste discipline nella sua ricerca per avere un quadro coerente che permette di capire le dinamiche delle cellule T periferiche durante le risposte immunitarie adattative. Il risultato è lo sviluppo di nuovi concetti quantitativi per caratterizzare e modificare dal punto di vista terapeutico le risposte immunitarie.

Progressi su molti fronti

Per mezzo di una serie di pacchetti di lavoro, il progetto ha già fatto alcuni importanti progressi. Per esempio, l’equipe di QUANTI, che lavora insieme a un’equipe di ricercatori australiani, sta usando pratiche quantitative per ottenere informazioni precedentemente inaccessibili su come le dimensioni delle risposte immunitarie sono controllate. Il team sta seguendo il comportamento di centinaia di cellule usando nuovi approcci di imaging e di biologia computazionale sviluppati specificamente per il progetto.

Con questa ricerca, gli scienziati hanno scoperto che quando le cellule immunitarie T si trovano di fronte a una nuova infezione, aumentano di numero per mezzo della divisione cellulare – creando essenzialmente un esercito pronto alla battaglia. Secondo un articolo pubblicato su “Nature”, dopo che l’infezione è stata debellata, questi eserciti di cellule T smettono di espandersi e muoiono, lasciandosi dietro qualche cellula della memoria che garantisce un’immunità di lunga durata. I ricercatori credono che queste informazioni si riveleranno importanti per migliorare i vaccini e sviluppare nuovi modi per la cura delle malattie autoimmuni.

Un passaggio verso una strategia a livello del sistema

Questa scoperta è stata possibile solo grazie all’associazione innovativa realizzata da QUANTI di tecniche di laboratorio e analisi matematiche, il che rappresenta un notevole miglioramento dell’efficienza della ricerca. In passato, questi scienziati avrebbero dovuto investire una quantità considerevole di tempo per seguire le cellule immunitarie usando un microscopio, un processo che limita l’attività all’osservazione di singole cellule per giorni per vedere se si dividono o muoiono. Adesso invece, con l’approccio di QUANTI, gli scienziati possono seguire simultaneamente centinaia di famiglie di cellule T, il che consente loro di avere una visione ampia di come il comportamento di queste cellule è influenzato dalla famiglia cui appartengono.

Chiaramente, adottando un ambiente di ricerca multi-disciplinare e inter-settoriale, il progetto QUANTI sta facendo avanzare lo sviluppo di nuovi concetti quantitativi per caratterizzare e modificare dal punto di vista terapeutico le risposte immunitarie. In definitiva, questo approccio innovativo, pratico e inter-disciplinare alle scienze biomediche guiderà il passaggio da un approccio all’immunologia qualitativo e orientato alla molecola a una strategia di ricerca quantitativa a livello dei sistemi.

Per maggiori informazioni, consultare:
Sito web del progetto QUANTI