Nelle gestione dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali è importante un approccio multidisciplinare. Per questo motivo presso dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AOUP) è stata istituita una "IBD unit" che coinvolge numerose figure professionali tra cui gastroenterologi, chirurghi, nutrizionisti, psicologi, enterostomisti, radiologi che lavorano insieme in team per una migliore gestione del paziente. Questo modello, adottato da anni sia in altri centri italiani che all’estero è stato discusso oggi in un convegno che si è tenuto all’hotel San Ranieri di Pisa e dal titolo “Approccio multidisciplinare alla malattia di Crohn complicata”. 
Sono patologie con una prevalenza tra 1 e 1,5 casi ogni 1000 persone, mentre l’incidenza è di 7-10 nuovi casi su 100.000 persone. Negli ultimi anni si è assistito a un notevole aumento dell’incidenza di queste malattie probabilmente a causa del cambiamento nelle abitudini alimentari. 

Per tale motivo il paziente va seguito da più punti di vista, non solo quello medico gastroenterologico ma anche nutrizionale e chirurgico soprattutto in caso di aggravamento della malattia. 

“La multidisciplinarietà oggi è parte integrante dei percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali (PDTA) in tutte le patologie croniche e in particolare nel campo delle MICI che sono patologie che colpiscono tendenzialmente prima dei 35 anni, quindi soggetti giovani, e che accompagnano il paziente per tutta la vita impattando pesantemente sulla qualità della stessa, oltre ad essere accompagnata da rilevanti costi sociali ed economici” precisa Francesco Costa, gastroenterologo presso la UO di Gastroenterologia dell’AOUP. 

Oggi per la loro gestione abbiamo a disposizione dei farmaci importanti che se utilizzati al tempo giusto possono modificare la storia naturale della malattia ma che purtroppo non sono sempre efficaci, in particolare nella malattia di Crohn, e in tal caso bisogna ricorrere all’intervento chirurgico. 

“Il ruolo del chirurgo in questa realtà multidisciplinare è centrale”-dichiara Matteo Franceschi, direttore SOD Chirurgia malattie infiammatorie intestinali AOUP-“perché da qualche anno la figura del chirurgo e del gastroenterologo lavorano in stretto contatto uno con l’altro. A Pisa abbiamo creato questo percorso multidisciplinare che prevederà anche la presenza di posti letto condivisi medici-chirurgici proprio per avere un continuo confronto sulla problematica e per decidere il timing della chirurgia che è una delle cose più complesse in questi pazienti” 

“L’azienda pisana ha un’esperienza clinica importante nelle tematiche in oggetto dell’incontro di oggi e da questa competenza e volontà dei clinici abbiamo il privilegio di iniziare a costruire delle organizzazioni finalizzate sotto forma di percorsi o di centri relativi a queste tematiche. Abbiamo infatti da poco costruito due organizzazioni dedicate, uno alle MICI e una al trattamento delle patologie del pavimento pelvico” evidenzia Silvia Briani, direttore generale dell’AOUP. 

“Questa giornata”- prosegue Briani- “si inserisce a pieno titolo nel percorso di sostegno organizzativo al quale la direzione aziendale crede moltissimo. Io ho ereditato questo modello in azienda e l’ho sposato subito perché lo ritengo un modello vincente anche per aziende di dimensioni come le nostre dove la possibilità di gestire casistiche importanti è una realtà e permette a queste organizzazioni effettivamente di crescere e di consolidarsi”. 

Tra gli intervenuti all’evento anche professionisti di fama internazionale come il professor Alessandro Fichera della divisione di Chirurgia Gastrointestinale, Chapel Hill North Carolina: “Oggi abbiamo un’ampia varietà di trattamenti per questi malati sia da un punto di vista medico che chirurgico e la gestione secondo un principio di multidisciplinarietà è l’unica maniera per ottenere degli ottimi risultati in termini di qualità della vita, controllo della malattia, costi e soddisfazione sia del malato che del gruppo interdisciplinare dei medici che se ne occupano. In US questo è un concetto piuttosto avanzato, i centri accademici di rilievo hanno tutti un gruppo multidisciplinare che si occupa di malattie infiammatorie”. 

In conclusione, su patologie croniche come le MICI è bene che i vari interlocutori dialoghino costantemente soprattutto per i casi clinici più complessi. Per tale motivo istituire percorsi diagnostico terapeutici assistenziali specifici e unità ospedaliere dedicate è l’approccio migliore sia per i medici che per i pazienti.