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Ricerca sugli embrioni, appello a rivedere il limite dei 14 giorni
Per fare luce sulle malattie legate alle anomalie nello sviluppo
Redazione ANSA 02 febbraio 2021 13:37
Il limite dei 14 giorni, condiviso a livello internazionale perché segna l'inizio dello sviluppo nervoso, "è diventato troppo restrittivo e, se in passato ha funzionato, non è detto che debba restare inalterato o non possa essere migliorato", afferma McCully, sottolineando come ormai ci siano tutti i presupposti tecnologici, morali e legislativi per rivedere questa norma introdotta 40 anni fa.
Secondo l'esperta britannica è arrivato il momento di cambiare, senza paura "di prendere una brutta china morale e regolatoria". Gli importanti cambiamenti che avvengono nei primi 14 giorni dell'embrione, infatti, ne condizionano lo sviluppo successivo, ma comprenderne il reale significato è impossibile se si deve interrompere la ricerca.
McCully sottolinea che la tecnologia consente di coltivare gli embrioni umani oltre il 14esimo giorno e questo può essere determinante per capire l'origine di difetti congeniti come quelli cardiaci, ma anche per aumentare il tasso di successo della fecondazione in vitro e ridurre il tasso di aborti. Non è ancora chiaro se gli embrioni animali possano essere dei validi sostituti.
Dunque, se è legale fare ricerca sui tessuti degli embrioni umani abortiti dopo il 14esimo giorno, conclude McCully, dovrebbe essere consentita anche la ricerca su embrioni della stessa età che non sono stati concepiti per l'impianto in utero.